
Com’era quella cosa lì, quella del fatto che tanto alla fine passa tutto? Panta rei? Che poi non era perché tutto scorre ma perché l’acqua di un fiume che passa e blablabla. Fatto sta, che tutto scorre e passa e se ne va. ‘st’acqua che casca pesante da ieri finisce per terra e scorre nei tombini, sopra ai nostri ombrelli e cappotti, si accumula nelle buche e poi via, sparisce e bisogna aspettarne altra.
Passa il tram, passa il gabbiano lì sopra, passa la zingara al semaforo e intanto passi tu, con le tue scarpe veloci e la testa bassa che tenerla su fa troppa fatica in questi tempi di marciapiedi e facce tristi. Le mani in tasca perché l’acqua ed il vento te le gelano, e poi quel dito che da quando si è rotto ogni volta che c’è brutto tempo ti fa male, quasi a volerti ricordare il buio dentro di quando il dito era sano ma le nuvole non andavano mai via, e invece del dito e basta ti faceva male la testa e lo stomaco e il cuore.
E adesso sei seduto in una cucina che non è la tua cucina e guardi fuori la città che di solito non vedi mai, e ci sono i palazzi grigi e il cielo grigio e i prati grigi e ‘sta pioggia grigia che scende e scorre e passa ma poi torna. E poi LUCE!! e di nuovo buio e BUM!! ecco il tuono e non capisci se lo senti solo tu o tutti, non realizzi che il botto lo senti più tu che tutti gli altri perché ormai la testa sta zitta e al primo rumore fa tutto troppo casino.
Tutto scorre o forse no, forse l’acqua alla fine è sempre la stessa e pure il tram è quello che hai preso prima e magari quel gabbiano adesso sulla Prenestina è lo stesso che vedi al tramonto a Malagrotta andarsene via verso il mare e la zingara? la zingara è quella che una volta è gobba e l’altra corre perché pure lei scorre e cambia e non è mai la stessa. Tanto alla fine chi è sempre lo stesso? Tutti a dire “sono cambiato” ma non sei tu a cambiare, sono le cose intorno che cambiano e ti modellano e ti fanno adattare alle nuove situazioni mentre tutto scorre e tu sei fermo.
Puoi stare fermo giorni ma comunque qualcosa scorre sempre, che sia quel tram o quel gabbiano o quella zingara tutto si muove mentre tu puoi pure star fermo lì ma tanto fermo non ci stai perché dentro il sangue scorre e i fluidi scorrono e scorrono i tuoi pensieri e in un momento, PER un momento all’improvviso tutto si ferma, tutto smette di scorrere e di passare e di volare e di chiedere l’elemosina e tutto questo e molto di più si gira e ti guarda e sembra chiederti “cosa fare ora?” e tu lo sai che tanto la vita è questa, un giorno sì l’altro forse e quello dopo ancora boh ma te tanto stai qui a chiederti “se”, “ma” e di nuovo “se” e di certo se stai fermo a chiedertelo senza farlo non scorre più nulla se non i tuoi pensieri.
E allora tutto ricomincia, tutto scorre di nuovo e tu anche ricominci a prendere il tram mentre guardi quel gabbiano (o forse è un altro?) e dici di no alla zingara e per un momento ecco il sole, squarcio di luce in giorni bui che vorresti far scorrere subito ora ADESSO.
Ma come non può piovere per sempre non può neanche splendere il sole per sempre e infatti ecco di nuovo le nuvole a chiudere la cerniera del cielo. È che il sole vero dura sempre troppo o troppo poco e adesso io un sole dentro ce l’ho e non voglio farlo tramontare, non voglio stare al buio e se proprio ci devo stare voglio starci con te che non voglio far scorrere pure te ma voglio che tu sia il mare dove il fiume finisce di scorrere e diventa bello grande e salato e voglio farlo prima che esca un sole troppo grosso e caldo che porti via noi insignificanti gocce d’acqua perché c’ho messo troppo ad arrivare fino a qui e io il mare lo voglio vedere e ci voglio arrivare che pi magari si scorriamo ma prima di scorrere ho bisogno di stare e voglio stare e voglio stare e voglio stare..
Ciao Mamma Due grazie di tutto davvero, ho ancora quella penna ormai scarica che mi regalasti anni fa e con cui ho iniziato a scrivere le mie prime follie e ho ancora un pigiama che mi regalasti a Natale di anni fa e ho ancora il ricordo di quando mi hai ospitato per mesi senza nulla chiedere e ho ancora le tue mani sulla schiena che mi curano il tatuaggio appena fatto e ho ancora il tuo viso che mi guardava quasi sconsolato ma da mamma come sei stata per loro e per me. Ciao e ancora ciao e ancora grazie.