
Il Nano di là strilla hip hop da sotto la doccia, per poi rimanere in silenzio. E poi ricominciare.
Il Don deve ancora rientrare, e mi aspetto di sentire il rumore della moto accesa che arriva piano, aspetta che il cancello si apra e poi scende giù per infilarsi nello spiazzo dei biruote tra cui langue la mia bici.
Io sto qui a scrivere con il loro computer che il mio è a casa nuova.
Esatto, casa nuova.
Io, Jacopo, sto per andare a vivere da solo.
Cioè, con un coinquilino. Ma io proprio son da solo, io e lui non ci conosciamo (ma son sicuro ci si riuscirà presto) ed io vado proprio per conto mio.
Per conti miei.
Eh. I soldi.
Oggi ho avuto una discussione con una cliente, vi mail. In realtà si è conclusa oggi dopo quasi una settimana. In breve, aveva comprato un accendigas da due spicci che non funzionava. Capita, e ci siam comunque attivati per risolvere: ci riprendiamo il prodotto, te ne mandiamo un altro. Lei subito pesante ed accusatoria (rimborsi!! truffe!! contestazioni!!), noi tranquilli ma fermi.
Insomma, mandiamo tutto a nostre spese prima di far tornare il fallato, che però il marito butta via (!!!) e in più Venerdì lei dice che ci ridà i soldi, ed oggi invece no. Se ne sbatte. Parliamo di venti euro eh, non lingotti d’oro. Però checcazzo, esiste il principio. Ed io, per principio, tra le cose che le ho scritto le ho detto che
[…] Preferiamo perdere 20,40€ e non perché non ci cambiano la vita, anzi, di questi tempi sono più che utili per qualunque cosa. Preferiamo perderli perché, come dice quell’adagio, “La gente è così povera che tutto quello che ha sono i soldi”. E noi, onestamente, ci sentiamo molto più ricchi ora senza i Suoi soldi, che se fossero tornati indietro. […]
Ecco, i soldi son quella cosa che spacca le persone. E me ne sto accorgendo ora, adesso che l’odio colato corrode la mia pelle e mi sbriciola le ossa.
I soldi arrivano soli ma spesso vanno via con la nostra dignità, la nostra decenza, il nostro rispetto per il prossimo nostro più vicino. Così vicino che lo conosci da sempre.
E quando non li hai ti lasciano un vuoto che non sai come colmare.
Lo giustifichi con la lezione di vita, il “lo capirai solo poi che l’ho fatto per te“. Ma in realtà è solo come alzare il tappeto con una mano, guardarsi un paio di volta attorno e con la scopa metter tutto sotto, che poi si vedrà.
E si vedrà sì, e di certo non ora.
Ché io adesso ho una casa bella da vivermi, ho la mia vita da iniziare (di nuovo), ho gente da ringraziare per tempo ed a dovere ché non l’ho fatto abbastanza, e grazie a chi-bene-non-so al momento lo posso fare con una persona accanto che sembra voler stare pure a sentire le mie follie.
Ché a me le sue piacciono un sacco, e mi riempiono le giornate anche solo con un lungo silenzio.
Quindi ciao, io faccio fagotto, fagnove e se mi rode il culo pure fagdieci.
Il resto, si vedrà.