Onestamente, nessuno di voi si sente intimidito dalle lesbiche? Magari un po’ messo all’angolo. Non è una questine di omofobia, tantomeno voglio fare un discorso maschilista, partiamo subito con ‘sto cazzo di presupposto sennò mi trovo la bacheca piena di salopette ed anfibi del mercatino. Il mio è un discorso di un trentenne etero che approva ogni tipo di diversità ma che obiettivamente si fa due domande quando vede o sente certe scene. Apprezzatelo, il fatto che mi questioni, che c’è se ne sbatte e intanto però vota contro i diritti di un po’ tutti.
Io parlo di quella sensazione che provo ogni volta che mi trovo una vicino che ha i capelli rasati generalmente su nuca ed un lato della testa, la già citata salopette, le spalle larghe per forza e la camminata di una che ha passato gli ultimi quattro mesi a cavallo di un asino di marmo.
Attenzione, non voglio dire che tutte le lesbiche siano così. Intendo che il tipo, di lesbiche a cui mi riferisco, è così. Come non tutti i gay portano la borsetta rosa ed il boa di piume, però son quelli a cui tutti (e su dai, TUTTI) pensano quando si deve etichettare la categoria.
Un po’ come i celiaci cacazzi, i cattolici bigotti e Gasparri.
Magari è gente che conosci tramite altra gente e vi siete trovati in comitiva insieme, per assistere alla serata di combattimento tra galli nel sottopassaggio della stazione Tuscolana. Solo che tu con i tuoi amici siete lì per farvi due risate, lei per puntare sul suo gallo norvegese, chiamato “Cock Killer”, con tutto lo strascico di doppi sensi che la cosa si porta dietro.
La sensazione, nel momento in cui lei alza i soldi al cielo gridando “TANTO VE LI AMMAZZA TUTTI QUEI GALLETTI FROCI DER CAZZO!!” è un misto di
– invidia: perché parliamoci chiaro, ogni donna desidera un uomo che abbia un parte femminile. E allora perché non il contrario, e cioè una donna che in sé abbia un camionista di Rovereto in cassa integrazione? Vi assicuro che è molto più facile che una donna (e parlo di donna, non di una sciacquetta che la da in giro come se non fosse sua e bacia la sua amica solo per metter la foto su FB e guadagnare like), insomma è più facile che voglia provare ad andare con un’altra donna che concedersi al solito idiota con le Hogan e la maglietta di Bershka in saldo.
L’invidia quindi scatta quando tu già sei impedito con l’approccio all’altro sesso in generale, già devi lottare con gli altri uomini, in più arriva la versione con le tette di tuo fratello piccolo.
Capite che diventa una guerra senza vincitori, né vinti, ma solo con due vagine che vanno ad attrito;
– paura: di non essere all’altezza. Perché lo sappiamo tutti che la complicità che c’è tra due donne non la si trova nemmeno nel duo Berlusconi-Bondi dei tempi d’oro. Dalle elementari, dove le bambole diventano mezzo di socializzazione, al liceo, dove ci si tiene per mano e si ridacchia quando il belloccio della scuola guarda una delle due. I maschi al massimo sono complici di occhiate quando passa un culo per strada e per la formazione del Fantacalcio, per il resto “vige l’uguaglianza non conta un cazzo nessuno”.
Tutti quanti noi maschi abbiamo sentito almeno una volta nella vita la frase, detta da un’amica, che recita più o meno “eh beh, però come ti toccherebbe* una donna, nessun altro”.
(*se invece dice “tocca”, significa che tra le gambe troverete macchie di rossetto e segni della penna che l’amica ha lasciato sull’orecchio, tipo il pizzicarolo del quartiere)
Voi non ne avete idea, del trauma che una cosa del genere può provocare. Annulla istantaneamente ogni tipo di presenza testosteronica presente nel corpo di un uomo. Un uomo insicuro, comunque, come me. Sentire una cosa del genere fa ritirare il pene all’interno del corpo, nascosto per ere come Gollum senza prendere sole né aria, in attesa di una morte veloce. Per quanto uno possa ritenersi sessualmente capace, non dico fenomeno, come Tonino il nipote di Bruno, ma che sappia dove sono collocate almeno 5 delle 1038342 zone erogene di una donna, uno s’immagina che da quel momento in poi non ci sia più nulla da fare: se una donna va con una donna, dopo c’è il vuoto. Il nulla. Moriremo tutti di pippe ed abbonamenti a Brazzers.
Per fortuna non è proprio così, ma diciamo che a livello teorico tutto è possibile, quindi vi consiglio di rivestire la vostra donna di un’armatura anti lelle fatta di falli in gomma (che tanto non servono no?) e foto di Ryan Gosling. Potrebbe esserci il rischio che siate voi, a diventar gay, ma questa è un’altra storia;

– curiosità: tutti i maschi occidentali, da quando gli scendono i testicoli fino a che non scendono sotto terra, sono attratti dall’amore saffico. Siamo cresciuti con i DVD sgranati di formosissime bionde che si montavano a vicenda, incastrandosi in forbici e 69 complicatissimi, tra urla di piacere che tutt’ora ci perseguitano. Pensateci, a questa cosa: se non fosse per un minimo di intelligenza e di conoscenze, rimarremmo tutti tremendamente delusi dai nostri rapporti sessuali, se prendessimo come termine di paragone i porno.
Per quanto riguarda la sezione “lesbian”, abbiamo ormai talmente tanto materiale da confrontare con la realtà, che ne usciamo spiazzati. Perché se da una parte ci immaginiamo quattro tette e due vagine che si fondono in un mix di piacere che la Müller in confronto è amara, la realtà ci sbatte addosso il corrispettivo di operai rumeni che rapiscono le nostre donne per portarle nei villaggi fatti di capanne mal costruite, piene di poster di Madonna e status della Lucarelli stampati in giro sparsi sul pavimento**.
Quindi da una parte è ovvio che siamo curiosi di capire (e magari assistere, interagendo) quel fenomeno in cui gente come Stoya o Sasha ci han fatto vedere le stelle, dall’altra sappiamo anche che per quanto quella sia finzione (bellissima, finzione), alla fine c’è il rischio che “once she tries her, she’ll never comes here” e di vedere quindi sfumati ancor più approcci rispetto a prima.
Perché realtà batte sempre fantasia, ce lo hanno insegnato i videogiochi, i film, e i porno.
**qui l’autore ci tiene a sottolineare la teatralizzazione dell’argomento “estetica lesbica”, utile al solo scopo di dimenticare che, ad esempio, anche a Sharon Stone piace solo la fica.
