“Guarda bene ‘sto pezzo:
Ecco, riguardalo prima di continuare a leggere.
Lo so, lo so che il film lo conosci bene, al DVD ci son venute le righe sotto.
Però riguardalo ora, dopo tutto quello che è successo.
Cade tutto.
E lo sai no, che a me le coincidenze fanno impazzire. E mica parlo di pensare a una cosa da mangiare che poi trovi in una tasca.
Parlo di numeri che si ripetono, fatti che accadono a distanze esatte tipo un anno spaccatissimo, canzoni che escono fuori dopo anni quando due giorni prima le avevi anche solo vagamente pensate.
Beh, questo tipo di coincidenza non mi era mai capitata, perché mentre si era lì, dopo due minuti di discussione, ecco che comincia ad avvicinarsi la bufera.
Era impressionante.
Dietro al Cristo Rei i fulmini si aprivano come crepe nei cuori durante un infarto.
Guardavi il cielo verso Setúbal e sembrava solo nero senza stelle, ma bastava un lampo dentro la nuvola per darti un secondo di realtà. Come in un sogno, come se non tutto quello che stava succedendo fosse vero per davvero, capisci? Sembrava di stare a guardare dentro il buio più nero della notte e poi BAM!, botta di reale per farti capire che sei vivo. Che ci sei.
Pure se intanto cade tutto.
La coincidenza più incredibile comunque è quando mi sono ritrovato, per pochi secondi, nella scena del video. Certo, un po’ diversa, come se fosse un sogno di quella scena ma, dio mio, per un momento sembra di essere lì, col vento così forte che ha cominciato a tirare giù le piccole sculture di sassi sul lungo Tejo. Quelle messe in equilibrio, che di solito non cadono mai ma era proprio impossibile resistere a quel vento.
E quindi, mentre si passava lì, ma proprio letteralmente mentre si passava davanti a quelle colonne di sassi, ecco che vengono giù. Una dopo l’altra. Rumori di pietre su pietre, la cassetta in legno messa a sostegno di altri sassi che cadono.
Cade tutto, a ogni passo.
E seriamente, ha continuato per quattro, cinque passi. Ogni volta, cadeva una piccola scultura.
Il tipo di solito le fa davanti Praça do Commercio, ma ci sono i lavori da qualche mese e si è spostato un poco più verso Cais. Sono proprio a due palmi da te, subito dopo il muretto che separa la passeggiata dal fiume. Nonostante il vento e i tuoni, quindi, quel rumore di cose che rotolano e poi si silenziano era assordante.
Non so quali altri segnali uno debba avere onestamente.
Ha iniziato anche a piovere, di quelle piogge a gocce grosse e fredde mentre fuori c’è l’afa, ma mentre in altra vita uno si sarebbe riparato sotto quei portici, in quel momento erano semplici ombrelli in marmo sotto i quali passare per andarsene al più presto, il più velocemente possibile.
Cade tutto.
Ma tutto può essere rimesso in piedi.”