Prima settimana lavorativa ma senza il lavoro. La noia ti mangia da dentro e ti fa passare la voglia pure di lamentarti. Sono dagli zii a fare il catsitter e come ogni volta Sky aspira le poche briciole di “voja de vive”. Sto andando da Lei, che la solitudine -quand’è troppa-, va condivisa. E devo dire che ‘sto 44 è pure fin troppo stabile. Oppure ha beccato tutti rossi.”
Se vi siete persi le istruzioni, leggete qui o, in brevissimo:
provate a leggere quello che ho scritto mentre ero su vari mezzi pubblici, qui a Roma.Forse leggerlo è più facile, ma spero vi faccia capire quanto questa città, tra le tante problematiche, non ti permetta neanche di farti un viaggio sereno, e di prendere qualche appunto mentre, dopo troppa attesa, riesci finalmente a sederti su un bus ATAC.
Se qualcosa non dovesse essere chiaro, potete selezionare il testo qui sotto, dove trovate la trascrizione.
Ci vediamo alla prossima fermata.
“3B da Trastevere h 21:28
Ho appuntamento con Lei, che sono poche ore che non la vedo e mi manca come fossero anni.
È il mio secondo giorno senza lavoro, e sono dovuto uscir di casa sennò impazzivo.
‘st’autobus vibra pure da fermo, qui davanti al ministero. vibra (ecco, è ripartito) dicevo, vibra (ma porc!, VIBRA COME UN DANNATO TELEFONO A CUI NESSUNO RISPONDE.
Ma che viene solo stoppato, da una fermata, o da un semaforo rosso.”
Quando ho iniziato a scrivere per mio piacere, non c’era la possibilità di prendere infinite note sullo smartphone, tutte belle pulite e senza una macchia che è una. Scrivevo su piccole agende o sui quaderni di scuola, partendo dall’ultima pagina e capovolgendoli, che a fine anno erano pieni delle mie cose e con pochissimi appunti.
Ma sto divagando.
Io però continuo imperterrito, portandoti sempre dietro una penna e un taccuino che ormai è logoro. Quando sono in giro e voglio vedere, osservare la mia scrittura prendere forma, li tiro fuori e inizio a scrivere. C’è da dire però che i bus a Roma non ti permettono una scrittura agevole, tra i crateri in strada e i mezzi che cadono a pezzi, cigolando e scuotendosi come cinema in 4D. Ma mi sono voluto mettere alla prova, e per un po’ di tempo l’anno scorso ho scritto delle piccole note su un’agenda, che non son bravo a pianificarmi la vita e quindi ce la scarabocchio sopra. Solo che, appunto, non è facile. E allora mi è venuto in mente una sorta di gioco: scrivere il mio pensiero, pubblicare la foto della pagina e mostrare da una parte, quanto possa essere difficile scrivere a mano mentre si è sui mezzi ATAC, dall’altra trovare un modo di coinvolgere chi le leggerà. Per questo trascriverò il testo fotografato, ma in caratteri bianchi, così da darvi la possibilità di provarci senza condizionamenti e solo dopo, eventualmente, cedere selezionando il testo della soluzione.
Tutto questo prenderà vita qui sul blog dal prossimo Lunedì: sulla pagine Facebook metterò le foto, mentre negli articoli troverete anche la trascrizione in bianco.
Scritto sul Bus: il format che sensibilizza su buche, trasporto pubblico e ammòre.
La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )