Scritto sul Bus – Fermata #tre

17_Giugno_2

Qui trovate Manifesto e puntate precedenti.

33 da Lenin

h 9.03

È la prima volta di un’altra

cosa nuova. Quante prime volte

ci sono, quante volte ci promettiamo

che sarà l’ultima? Una vita

fatta di tentativi e flessibilità,

che se non hai ben chiaro cosa

vuoi fare è ben difficile rimanere

fermo più di tanto. Che è un

po’ il contrar la filosofia dell’ATAC. Tu hai

ben chiaro il bus che ti serve,

e per aspettarlo puoi star fermo

pure ore. O giorni. O vite.

Scritto sul Bus – Fermata #due

10_Giugno

Qui trovate Manifesto e puntate precedenti.

“44 da Montalcini
h 22:21

Prima settimana lavorativa ma
senza il lavoro. La noia ti mangia
da dentro e ti fa passare la voglia
pure di lamentarti. Sono dagli
zii a fare il catsitter e come ogni
volta Sky aspira le poche briciole
di “voja de vive”. Sto andando da
Lei, che la solitudine -quand’è
troppa-, va condivisa. E devo
dire che ‘sto 44 è pure fin
troppo stabile. Oppure ha
beccato tutti rossi.”

Scritto sul Bus – Fermata #uno

6_Giugno_2.JPG
Foto di Chiara Bruni.

Se vi siete persi le istruzioni, leggete qui o, in brevissimo:

provate a leggere quello che ho scritto mentre ero su vari mezzi pubblici, qui a Roma.Forse leggerlo è più facile, ma spero vi faccia capire quanto questa città, tra le tante problematiche, non ti permetta neanche di farti un viaggio sereno, e di prendere qualche appunto mentre, dopo troppa attesa, riesci finalmente a sederti su un bus ATAC.
Se qualcosa non dovesse essere chiaro, potete selezionare il testo qui sotto, dove trovate la trascrizione.
Ci vediamo alla prossima fermata.

3B da Trastevere
h 21:28

Ho appuntamento con Lei, che
sono poche ore che non la vedo
e mi manca come fossero anni.

È il mio secondo giorno senza
lavoro, e sono dovuto uscir di
casa sennò impazzivo.

‘st’autobus vibra pure da fermo, qui
davanti al ministero. vibra (ecco,
è ripartito) dicevo, vibra (ma porc!,
VIBRA COME UN DANNATO
TELEFONO A CUI
NESSUNO RISPONDE.

Ma che viene solo stoppato, da
una fermata, o da un semaforo rosso.”

Scritto sul Bus – Fermata #zero

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Quando ho iniziato a scrivere per mio piacere, non c’era la possibilità di prendere infinite note sullo smartphone, tutte belle pulite e senza una macchia che è una. Scrivevo su piccole agende o sui quaderni di scuola, partendo dall’ultima pagina e capovolgendoli, che a fine anno erano pieni delle mie cose e con pochissimi appunti.
Ma sto divagando.
Io però continuo imperterrito, portandoti sempre dietro una penna e un taccuino che ormai è logoro. Quando sono in giro e voglio vedere, osservare la mia scrittura prendere forma, li tiro fuori e inizio a scrivere. C’è da dire però che i bus a Roma non ti permettono una scrittura agevole, tra i crateri in strada e i mezzi che cadono a pezzi, cigolando e scuotendosi come cinema in 4D. Ma mi sono voluto mettere alla prova, e per un po’ di tempo l’anno scorso ho scritto delle piccole note su un’agenda, che non son bravo a pianificarmi la vita e quindi ce la scarabocchio sopra. Solo che, appunto, non è facile. E allora mi è venuto in mente una sorta di gioco: scrivere il mio pensiero, pubblicare la foto della pagina e mostrare da una parte, quanto possa essere difficile scrivere a mano mentre si è sui mezzi ATAC, dall’altra trovare un modo di coinvolgere chi le leggerà. Per questo trascriverò il testo fotografato, ma in caratteri bianchi, così da darvi la possibilità di provarci senza condizionamenti e solo dopo, eventualmente, cedere selezionando il testo della soluzione.
Tutto questo prenderà vita qui sul blog dal prossimo Lunedì: sulla pagine Facebook metterò le foto, mentre negli articoli troverete anche la trascrizione in bianco.
Scritto sul Bus: il format che sensibilizza su buche, trasporto pubblico e ammòre.